Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa di Epiro

La Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa di Epiro, con il presente vuole rendere edotti tutti coloro che volessero presentare domanda di ammissione nell'Ordine Equestre dell'Aquila di Epiro di contattare gentilmente il seguente indirizzo di posta elettronica: ordineaquiladiepiro@libero.it
Sperando di avere fatto opera gradita, la Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa di Epiro, coglie l'occasione per porgere cordiali e cavallereschi saluti.

sabato 30 luglio 2011

Sabato della XVII settimana del Tempo Ordinario - VANGELO del giorno.

Vangelo

Mt 14,1-12
Erode mandò a decapitare Giovanni e i suoi discepoli andarono a informare Gesù.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

Parola del Signore

venerdì 29 luglio 2011

Santa Marta - VANGELO del giorno.

Vangelo

Gv 11,19-27
Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Parola del Signore.

mercoledì 27 luglio 2011

Mercoledì della XVII settimana del Tempo Ordinario - VANGELO del giorno

Vangelo
Mt 13,44-46
Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

Parola del Signore



mercoledì 20 luglio 2011

Mercoledì della XVI settimana del Tempo Ordinario - Vangelo del giorno

Vangelo
Mt 13,1-9
Una parte del seme cadde sul terreno buono e diede frutto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Parola del Signore

S.A.I. e R. Otto d'Asburgo Lorena


Mitteleuropa Mediterraneo Italia 
Mi.Med.It. movimento politico culturale monarchico
Tl. 3342079673           
 E-mail segreteria:  mimedit@fastwebnet.it
E-mail presidenza: mimedit@yahoo.it


Sua Maestà Apostolica
OTTO Von Habsburg
Imperatore titolare del Sacro Romano Impero
Imperatore e Re d’Austria – Ungheria
Signore di Trieste – Gorizia e Gradisca etc.

Il 4 luglio ha raggiunto la Casa del Padre. Oggi è stato sepolto nella Cripta dei Cappuccini a Vienna dove riposano i suoi antenati
Inchiniamo le nostre bandiere mentre ci stringiamo attorno ai Suoi Eredi.



La presidenza del Mi.Med.It
br Roberto cav. Strani

Storia recente dell'Epiro e della sua Casa Sovrana

L'Epiro del Nord fu indipendente nel biennio 1914-1916 e la sua indipendenza fu riconosciuta a livello internazionale col Protocollo di Corfù e col Trattato di Firenze, quest'ultimo è consultabile nel testo "Trattati e Convenzioni fra il Regno d’Italia e gli altri Stati”, volume 23, edito dal Ministero degli Affari Esteri italiano, opera reperibile presso la biblioteca della Camera dei Deputati della Repubblica italiana e presso il Ministero citato.
Nel 1916, approfittando delle vicende del primo conflitto mondiale, l'Albania occupò l'Epiro, occupazione che non fu mai riconosciuta a livello internazionale. Gli esuli e la Chiesa ortodossa mantennero allora in vita un Governo in esilio fino agli anni Novanta del Novecento. Qualcuno ci chiederà: "Ma è legittimo un simile Governo?" e noi rispondiamo: la Corte d’Appello di Parigi, nel 1983, ha riconosciuto in modo inequivocabile la legittimità degli atti dei Governi in esilio ed ha sentenziato: “Un Governo in esilio non perde il proprio diritto di fare nomine, di conferire Ordini cavallereschi, di mantenere la propria Autorità per quanto può essere fatto, e trasmette la propria Legittimità, secondo il Diritto Internazionale, ai successivi Capi di Stato”(Cour d’Appel, Palais de Justice, Paris, 1983. Sentenza riportata in Michael Subritzky-Kusza, History of the Polish Government in Exile) ed in favore di tale tesi possiamo altresì citare gli studi di Stefan Talmon, esperto di diritto internazionale (Stefan Talmon, Recognition of Governments in International Law with particular reference to Governments in exile, Oxford Monographs in International Law, Clarendon, 1998) e comunque che un Governo in esilio sia legittimato ad operare lo dimostra a livello pratico l’esempio del Governo polacco in esilio, che, nel 1939, quando la Polonia fu invasa su fronti opposti dai tedeschi e dai sovietici, si recò in esilio a Londra e rimase attivo dal 1939 al 1990, essendosi successi in quei cinquantuno anni ben sei Presidenti (dal 21 Luglio 1956 all’8 Aprile 1972, fra il secondo ed il terzo presidente del Governo in esilio, vi fu un periodo in cui al vertice vi fu, in luogo di un Presidente, il Consiglio dei Tre) e quindici Primi Ministri, lo ribadiscono i casi dei Governi baltici in esilio, fuggiti a Londra quando quei paesi furono invasi nel 1939 dall' Unione Sovientica, lo conferma ulteriormente l’ esistenza, attualmente, di più di una decina di Governi in esilio che operano per la tutela dei propri popoli, il più famoso è forse quello del Tibet, presieduto dal Dalai Lama. E’ovvio che tali Governi non hanno un territorio su cui esercitare la sovranità, ma hanno una autorità morale innegabile e possono legittimamente, come riconosciuto dalla Corte d'Appello di Parigi, nominare propri rappresentanti, disporre di un sistema premiale, dare voce ai propri popoli oppressi.
Nel Marzo del 1991 cadde il regime comunista albanese e l’E.P.O., Epirotean Patriotic Organization, movimento indipendentista, anche in considerazione della successiva guerra in Jugoslavia, ritenne che i tempi fossero maturi per rimettere in discussione l’assetto geopolitico dei Balcani e cercò alleanze con le forze anticomuniste che riapparivano in quell’area. Era allora ben noto nel mondo ortodosso e fra coloro che volevano cancellare l’eredità comunista, il Principe Alessandro, nipote della Regina Geraldina d’Albania e, dopo una serie di collaborazioni e di contatti, nel 1998 l’E.P.O. gli propose di accettare, in esilio, il ruolo di Principe d'Epiro, cosa che egli fece.
Una serie di riflessioni: Alessandro aveva un legame storico-familiare con quelle terre, data la parentela con Geraldina, era di fede ortodossa e per questo ben visto  dalle associazioni  degli esuli epiroti, infine godeva del favore proprio della Regina Geraldina, che era  allora Regina  madre d’Albania  in quanto il consorte, Re Zog, era morto  in Hauts-de-Seine, Francia, nel 1961 ed il loro figlio Leka, in quell’anno stesso, era stato proclamato Re degli Albanesi dal governo albanese realista in esilio.
Nel 1999 S.A.R. Alessandro d’Epiro decise di costituire un nuovo Governo nordepirota in esilio e la Regina Geraldina gli espresse il proprio appoggio.
Potrebbe sembrare contraddittorio il fatto che, da un lato, la Casa Reale albanese puntasse al ripristino della monarchia in Albania e dall’altro la Regina Geraldina condividesse apertamente il progetto del Principe Alessandro, ma in realtà non è così. La popolazione greca del Nord Epiro non aveva mai avuto particolare simpatia né per Zog, né per Leka, quindi sarebbe stato impossibile coinvolgerla in un progetto monarchico albanese, mentre si sarebbe potuto servirsi di essa. Come? La Regina madre pensò probabilmente che il riproporsi della questione nord epirota avrebbe potuto mettere in crisi l’Albania repubblicana, stato uscito debolissimo ed assai fragile dal comunismo, e favorire la causa monarchica anche a costo di perdere l'Epiro.
Ma, oltre al riconoscimento del ruolo di Alessandro da parte degli esuli, oltre al sostegno di Geraldina, che comunque era un riconoscimento importante, visto che veniva dalla Regina madre d’Albania,  chi poteva sancire in modo inequivocabile la legittimità delle pretensioni araldiche di Alessandro? La Chiesa ortodossa era stata fautrice della indipendenza del 1914, aveva riconosciuto a Giorgio Cristaki Zografos, primo Capo dell'Epiro indipendente,  il ruolo di Alto Protettore della S. Chiesa ortodossa e  aveva custodito le memorie epirote negli anni dell' occupazione albanese; essa sola poteva quindi farlo. La Chiesa ortodossa nell’Epiro del Nord era però stata estirpata, come, del resto, in tutta l’Albania; il regime comunista aveva sradicato ogni religione dal paese: gli esuli negli U.S.A. erano pertanto seguiti a livello pastorale e sacramentale da varie Chiese ortodosse sorelle, in particolare quelli che risiedono nel Nord degli Stati Uniti ed in Canada fanno riferimento alla Chiesa ucraina ortodossa autocefala d’America. Va qui detto che, negli U.S.A., gli ortodossi albanesi e  gli ortodossi epiroti, per motivi politici, non fanno riferimento alla stessa Chiesa: la Chiesa ortodossa albanese negli Stati Uniti è anticomunista, ma per una Albania nei confini del 1913 e gli epiroti, ovvio, non concordano con queste posizioni per cui, non avendo una propria Chiesa in esilio, si rivolgono ad altre giurisdizioni ecclesiastiche. Il 3 Maggio del 2000 Sua Beatitudine l’Arcivescovo Stephan Petrovic, Metropolita ucraino di New York, città in cui è presente una folta comunità nordepirota, fondò l’ Esarcato della Chiesa ortodossa d’Epiro della diaspora negli Stati Uniti, ne assunse la guida e riconobbe il Principe Alessandro quale Re d’Epiro in esilio ed Alto Protettore della Chiesa ortodossa d’Epiro.(Notizia riportata anche da: ZENIT, Agenzia di stampa della Santa Sede, agenzia del 12 Aprile 2002, archivio in lingua inglese 0004/ZE000412)  Qualcuno, digiuno di araldica balcanica, potrebbe meravigliarsi del fatto che sia stata scelta per il Principe Alessandro la titolatura di Re d’Epiro in esilio e non di Pretendente al Trono, ma c’era per l’appunto il precedente del Principe Leka sopraccitato. Alessandro, in tutti i suoi atti, si qualificò Re d’Epiro in esilio, Principe degli Epiroti e qui è chiaro il modello di riferimento, consigliatogli dalla Regina Geraldina. Già Zog, il 1° Settembre 1928, era stato proclamato non Re d’Albania, ma Re degli Albanesi e lo stesso era avvenuto, come ricordavamo, per Leka. L’uso di questa duplice formula, da un lato gli permetteva di rispettare la decisione della Chiesa ortodossa, dall’ altro era un evidente rimando agli usi della Casa Reale albanese. Va detto che, comunque, al di la di tale formula da lui utilizzata, egli è solitamente citato, in documenti ed atti di terzi, che di lui parlano, come Alessandro d’Epiro.
Alessandro cercò contatti in Europa, anche negli ambienti cavallereschi, ed alla fine degli anni Novanta nominò suo rappresentante in Italia il nobile Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia, personaggio molto attivo nel mondo della nobiltà e della cavalleria. Quest'ultimo riuscì non solo a far conoscere in modo vasto il problema epirota, prima pressochè ignorato in Italia ed in Europa, ma addirittura sottopose il problema della libertà epirota al Parlamento europeo. E' reperibile su Internet la petizione n. 380 del 2000 da lui presentata alla Commissione del Parlamento Europeo che si occupa di tutela delle minoranze. Passarono alcuni anni ed Alessandro, convinto che si dovessero forzare i tempi per la libertà dell'Epiro, non si oppose al fatto che alcuni membri dell' E.P.O. partecipassero alla guerra in Kosovo a fianco degli irregolari serbi. Costoro, coi serbi, commisero crimini contro i civili albanesi e ciò disgustò un buon numero di esuli e la Chiesa ortodossa che chiese ad Alessandro, per non affossare il movimento, di farsi da parte.Alessandro avrebbe dovuto nominare un successore, impresa non facile trovare qualcuno che fosse disposto ad accettare il passaggio di questa patata bollente. Alessandro pensò di nominare succesore Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia. Perchè? Perchè costui era estraneo alle beghe balcaniche, era cattolico, ma in buoni rapporti con varie Chiese ortodosse ed interessato all' ecumenismo, e questo lo rendeva gradito al mondo ortodosso, era nobile, si era mostrato capace, con la vicenda della petizione al Parlamento europeo, di accendere i riflettori sull'Epiro, contava amicizie nel mondo cavalleresco, amicizie che gli potevano permettere di avere una rete internazionale di contatti. Alessandrò abdicò a favore dell'amico-collaboratore italiano. Dicevamo prima del pronunciamento di Sua Beatitudine l’Arcivescovo Metropolita Stephan Petrovic a favore di Alessandro; ad esso ne seguirono altri che riconobbero la legittimità dell’atto di abdicazione-devoluzione del Principe . Nel Nebraska è presente una folta comunità di esuli nordepiroti, che ivi fa riferimento, da un punto di vista ecclesiastico, alla locale Eparchia siro-bizantina. Il 20 Luglio 2002 il locale Metropolita Mar Melkizedek riconobbe il Principe Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia Alto Protettore della S. Chiesa Ortodossa d'Epiro. Successivamente, il 28 Ottobre 2003, il Santo Sinodo del Patriarcato di Albania ed Epiro in esilio, Chiesa ortodossa presente in Argentina e derivata dalla Chiesa ortodossa bielorussa-slava , lo riconobbe "Gran Principe d'Epiro".  Numerosi sono stati, negli anni, i riconscimenti internazionali riportati dal nuovo principe, che gode dell' amicizia della Real Casa del Portogallo, della ex Casa Imperiale Napoleone di Francia, del Collegio Araldico Russo, che ha contatti con alcuni membri dell' ex Casa Reale d'Egitto, tanto per citarne alcuni.

martedì 19 luglio 2011

Martedì della XVI settimana del Tempo Ordinario - Vangelo del giorno

Vangelo

Mt 12,46-50
Tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!».

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Parola del Signore

giovedì 14 luglio 2011

In occasione della morte di S.A.I. Otto d'Asburgo ci associamo al lutto della Casa Imperiale d'Austria e dei monarchici asburgici.


In nome della nostra Tradizione Europea e Cristiana
 rendiamo omaggio a Sua Altezza  Reale ed Imperiale
il Principe ed Arciduca OTTO d'ASBURGO LORENA,
Imperatore titolare del Sacro Romano Impero
Imperatore ed Arciduca d'Austria, Re di Ungheria, Re del Lombardo Veneto,
Principe di Trento e Bressanone,
Granduca di Toscana, Duca di Modena, Parma, Piacenza e Guastalla,
Duca del Friuli, Ragusa e Zara,
Marchese d'Istria, Conte del Tirolo e di Gorizia, ecc...
Gran Maestro dell'Ordine del Toson d'Oro e degli Ordini Dinastici della Casa Imperiale,
Balì di Gran Croce d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta
Cavaliere della Santissima Annunziata e Cavaliere di Gran Coce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
morto oggi, in Baviera, a 98 anni
R.I.P.



 
Stemma del Regno Lombardo-Veneto

Libro del Cav. Marco Bruni

Al mio io è un volume di poesie che raccoglie una piccola parte della mia produzione letteraria degli ultimi dieci anni. La maggior parte di loro ha vinto i più importanti premi letterari in giro per l'Italia. Ho voluto mettere insieme e giocare non solo poeticamente ma anche con i colori e le immagini fotografiche che sono di una ragazza mia conoscente, Lara Nerelli.
Il libro non tratta di un tema unico ovviamente ma trae la sua forza dai problemi sociali, nella fede e nella religione e quindi nella speranza che tutto possa mutare in meglio, nelle poesie a personaggi importanti vedi Karol Wojtyla, Alda Merini ecc. Il volume è edito  dai tipi della  Casa Editrice Edit Santoro.


Cosa dice di me l'Editore nella premessa del volume:


L'amore, la fede, la vita fatta di riflessione spirituale che sa apprezzare le piccole/grandi cose della vita, oltre ad essere oggetto prediletto di alcune delle composizioni presenti in questa raccolta, sono anche e soprattutto la condizione o l'atmosfera essenziale per comprendere la lirica di Marco Bruni. Una lirica crepuscolare, esistenziale, fortemente intimista e a tratti melanconica che conosce le ( dis )illusioni, le amarezze e le contraddizioni della vita umana, ma che ha anche una forte speranza nel fondo, permessa da un cristianesimo sincero che intravede il conforto dell'autentico e della compassione divina.
Di facile ambiguità, Al mio io, se dal lato più evidente suggerisce solipsismo e autocompiacimento, dall'altro, in realtà, si può leggere in riferimento all'ego proprio di ogni lettore: quella di Bruni quindi si può intendere come la testimonianza di chi ha realizzato metà del percorso vitale e ideale.
Una testimonianza nutrita da un'aspra dialettica tra l'amare delusione per un mondo edonista e materialista e la confortante possibilità di redenzione religiosa.
Un'esperienza fatta di versi che trova motivi negli accadimenti e negli scorci quotidiani vissuti, che quindi medita sui riflessi della memoria, sul senso del tempo e rivela la capacità di affrontare il futuro, senza dimenticare importanti questioni sociali, ( crisi, Diritto e rovescio, Naufraghi di cartapesta ), e rendendo omaggio agli affetti familiari, agli amatissimi gatti ( speciali compagni di vita dell'autore ), a personaggi importanti ( al Santo Padre Karol Wojtyla, al cantautore Wesley Jhonson, alla poetessa Alda Merini con una delle più apprezzabili composizioni ).

La presentazione del volume avverrà Sabato 23 Luglio alle ore 17,30 nella sala del Terziere di Borgo in Massa Marittima
 
Cav. Marco Bruni

venerdì 1 luglio 2011

SACRATISSIMO CUORE DI GESU' - Vangelo del giorno

Vangelo
Mt 11,25-30
Io sono mite e umile di cuore.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore